I big della moda made in Italy accelerano: ricavi a +5% nel 2014, a oltre 33 miliardi

Crescere del 5% in un anno in cui l’economia italiana nel suo complesso era ancora tecnicamente in recessione (-1,4% il Pil dello scorso anno), è un traguardo di tutto rispetto. Ed è quello raggiunto dai 25 più grandi gruppi della moda italiana, come certifica l’annuale classifica stilata da Pambianco di aziende quotate e non. Solo tre di esse hanno un passaporto straniero (Gucci e Bottega Veneta appartengono al gruppo francese Kering, Valentino al fondo sovrano del Qatar), le altre sono a tutti gli effetti italiane e guidate da manager italiani. Parliamo (in ordine di grandezza) di Luxottica, Prada, Gucci, Armani, Calzedonia, Only the Brave, Salvatore Ferragamo, Ermenegildo Zegna, Safilo, Bottega Veneta, Dolce&Gabbana, Tod’s, Geox, Moncler, Valentino, Engifin (Golden Lady), Versace, Brunello Cucinelli, Etro, Liu Jo Group, Pianoforte (Yamamay e Carpisa), Furla, Aeffe, Roberto Cavalli e Replay.

I ricavi 2014 sono arrivati a 33,056 miliardi, in crescita del 4,9% rispetto ai 31,521 del 2013, anno in cui l’aumento del fatturati, rispetto all’esercizio precedente era stato “solo” del 3,8%. Il fatturato della prima azienda in classifica, Luxottica (7,699 miliardi) è più che doppio rispetto a quello della seconda, Prada (3,552 miliardi), ma bisogna tenere conto che l’azienda veneta dell’occhialeria è leader mondiale nel suo settore. Il gruppo guidato da Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, quotato alla Borsa di Hong Kong, si conferma quindi al top delle aziende italiane di abbigliamento e accessori, con i suoi quattro marchi (Prada, Miu Miu, Church’s e Car Shoe). Il 2014 è stato per Prada in realtà un «anno di transizione», come spiegato dallo stesso Bertelli (si veda Il Sole 24 Ore del 27 maggio) e il fatturato è calato dell’1%, soprattutto a causa del rallentamento della Greater China. Un’area in cui altre aziende, come Armani e Calzedonia, sono risultate ad esempio meno esposte, riuscendo quindi a crescere, nel 2014, rispettivamente del 16% e del 10,9%. Sul podio 2014 delle “lepri” (si vedano la tabelle in alto) ci sono Valentino, Moncler e Versace, mentre se si guarda l’ebitda come percentuale del fatturato i primi tre nomi sono Bottega Veneta, Gucci e Moncler (Luxottica e Safilo non compaiono nella top ten in alto riservata ai risultati delle aziende della moda-abbigliamento).

«La redditività del 2014 è risultata, nel complesso, in leggero calo – sottolinea Carlo Pambianco –. L’ebitda dei 21 gruppi su 25 che hanno diffuso i dati è stato del 20,6%, un punto in meno rispetto al 2013. In valore, è passato da 6,781 miliardi a 6,533 del 2014. Pensiamo che il 2015 sarà un anno molto simile, come trend, a quello passato: il fatturato dei 25 gruppi che prendiamo in considerazione continuerà a crescere, ma tra il 3 e il 4%. E l’ebitda potrebbe scendere di un altro punto percentuale». I problemi da affrontare sono infatti molto simili: rallentamento dell’Asia, imprevedibilità dei cambi e possibili ripercusssioni sulla ripresa americana del superdollaro.

Dalle trimestrali delle aziende quotate a Piazza Affari sono comunque arrivati segnali positivi: i ricavi di Moncler ad esempio sono cresciuti del 38% a 201 milioni, quelli di Ferragamo del 10% a 327 milioni. Bene anche Brunello Cucinelli: nel periodo gennaio marzo il fatturato è stato di 111,7 milioni (+12), trainato dall’export (+15%), ma con un’inversione di tendenza persino sul mercato italiano (+1,7% le vendite nel nostro Paese). A proposto di mercati esteri, Pambianco ha fatto inoltre il confronto con 17 gruppi europei e americani: Lvmh, Inditex, H&M, Adidas, Gap, Vf, Swatch, Pvh, Ralph Lauren, Hermès, Tiffany, Puma, Abercrombie&Fitch, Hugo Boss, Urban Outfitters, Mango e Guess. Il fatturato complessivo (141,357 miliardi) è cresciuto più di quello del campione italiano (+5,7%), ma l’ebitda è risultato leggermente inferiore (18,3%, in calo rispetto al 19,2% del 2013).

fonte:http://www.moda24.ilsole24ore.com/art/industria-finanza/2015-06-05/i-big-moda-accelerano-5percento-095914.php?uuid=ABUZzzsD

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